Chi è Fabio Pisacane, l’antieroe allenatore del Cagliari: la sindrome di Guillain-Barré, il coma e la lotta al calcioscommesse

Chi è Fabio Pisacane, l’antieroe allenatore del Cagliari: la sindrome di Guillain-Barré, il coma e la lotta al calcioscommesse

12 Giugno 2025 Off Di admin

Per chi segue il calcio, e quel che gira attorno ad esso, Fabio Pisacane è un protagonista assoluto di anni segnati dalle inchieste più drammatiche ma che sa riconoscere un briciolo di allegria, valorizzarlo anche. E ciò pur avendo misurato i risultati con un metro unico, perché rimane quel ragazzo che ha sconfitto la malattia, pronunciato un no che forse altri non avrebbero detto e incominciato da capo per l’ennesima volta pure stavolta, dalla panchina.

Quando, archiviato il sogno di diventare calciatore obiettivo che si è proposto e che ha perseguito alle sue condizioni, ha deciso di intraprendere il percorso di allenatore a Cagliari, la città che lo ha accolto e per la società a cui si è unito in imprese storiche.

Pisacane allenatore del Cagliari

Il nuovo allenatore della squadra, dopo l’addio a Davide Nicola, è stato ufficializzato mercoledì 11 giugno con un comunicato in sostituzione di un predecessore ingombrante, importante e forse anche abbracciando una causa che è parsa, ad alcuni, ardua da affrontare. Ma di scelte ovvie non se ne ritrovano, nel passato di Fabio Pisacane.

Un ragazzo di 39 anni, nato a Napoli ma cresciuto lontano dalla sua città e che è arrivato in Sardegna disegnando un’Italia calcistica tutta sua. Il Cagliari lo ha cresciuto nel suo staff tecnico, preferendo la sua caparbietà a nomi più noti e che erano stati valutati. Ivan Juric e Paolo Vanoli in primis, il primo è andato all’Atalanta e il secondo è ancora alla ricerca di una nuova opportunità dopo aver lasciato il Torino affidato a Marco Baroni.

Ha prevalso la fiducia nei riguardi di Pisacane. E una propensione al rischio dettato dal debutto assoluto del tecnico campano in Serie A dove non ha mai allenato. Al Cagliari, Pisacane è arrivato nell’estate del 2015 quando la formazione sarda appena retrocessa dalla Serie A alla Serie B decise di prelevare Fabio dall’Avellino e che mantiene la promessa.

Pisacane e i suoi compagni contribuiscono al raggiungimento del primo posto finale del Cagliari, che torna così a riassaporare l’ebbrezza della massima serie dopo appena un anno. Altre cinque stagioni, per un totale di sei anni, tutte vissute in Serie A, rafforzando a dismisura il proprio legame con i sardi. Nel gennaio del 2021 si trasferisce al Lecce, in B, finendo però fuori rosa e non partecipando alla cavalcata verso la promozione, fino a ritirarsi nell’estate del 2022.

La sindrome di Guillain-Barré

La passione per il pallone arriva da lontano, è una motivazione che lo sprona con una propulsione inaspettata anche quando quel ragazzino di 14 anni che un giorno si sveglia e rimane inchiodato al letto. Una causa non specificata lo relega a un letto e la risposta tarda ad arrivare. La diagnosi infine costituiva, allora, una sentenza: sindrome di Guillain-Barré. È una malattia rara, colpisce una persona su centomila che danneggia i nervi periferici, ossia i nervi che connettono il sistema nervoso con il resto dell’organismo che lo costringe a trascorrere quattro mesi in ospedale, due settimane in coma, altro tempo – molto altro tempo – in riabilitazione. Nelle rarissime parole spese su quanto attraversò con la sua famiglia allora, rispose che in quei giorni pensava solo a farcela. A vivere.

Poi, certo, il calcio ha ricoperto un ruolo per riportarlo alla dimensione quotidiana, in un flusso in cui hanno trovato posto l’amore per la sua compagna, la famiglia e quel che hanno costruito assieme.

Un premio che il Guardian ha deciso di consegnare a Pisacane, per citare le parole dello stesso quotidiano, per come è. A Fabio è stato consegnato il riconoscimento perché è “un giocatore che ha fatto qualcosa di davvero notevole non solo nel superare le avversità ma anche per aver aiutato gli altri diventando un esempio con il suo comportamento e la sua onestà”.

“Ho sempre detto che la malattia non è venuta per uccidermi – disse Pisacane – se fosse venuta per uccidermi, oggi non sarei qui a parlare con te. La malattia è arrivata per regalarmi qualcosa di buono”.

La carriera

Pisacane, come detto, non ha mai allenato in Serie A fino a oggi. Ma ha fatto una gavetta importante da difensore e da tecnico, questo sì: dopo la sfortunata esperienza di Lecce torna al Cagliari, che nel 2022, con la squadra in Serie B, gli concede un’opportunità facendolo entrare nello staff tecnico di Fabio Liverani.

Quindi un’esperienza da responsabile tecnico delle giovanili, da collaboratore di Michele Battilana nella Primavera rossoblù che apre all’incarico attuale.

Sotto la guida di Pisacane, infatti, il Cagliari Primavera conquista il primo trofeo della propria storia battendo per 3-0 il Milan nella finale della Coppa Italia di categoria disputata all’Arena Civica di Milano e poi i risultati che sappiamo.

La combine e il riconoscimento FIFA

Quel che vogliamo evidenziare, nel suo cammino da uomo di calcio e individuo, sono le sue qualità che hanno un valore oltre la maglia e i risultati del campo. Durante il campionato di Serie C1 2010-2011, il 14 aprile 2011, vengono offerti 50 000 euro a Pisacane per una combine e ottenere la vittoria del Ravenna nella successiva partita contro il Lumezzane, cosa emersa nell’ambito dell’inchiesta Last Bet. Il calciatore, però, rifiuta e denuncia il fatto. A seguito della sua denuncia, il nome di Pisacane – insieme a quello del collega Simone Farina che fu autore dello stesso gesto – è balzato improvvisamente alla ribalta della cronaca.

Nonostante egli abbia dichiarato di non sentirsi un eroe, la città di Terni il 20 gennaio 2012 gli ha consegnato il “Thyrus d’oro” come riconoscimento alla sua lealtà sportiva. Inoltre la FIFA, per volontà dell’allora presidente Joseph Blatter, gli ha conferito la nomina di ambasciatore e l’allora ct Cesare Prandelli decise di invitarlo – assieme a Farina – al raduno della nazionale in vista degli Europei 2012. Oggi il Cagliari.